Appena entrati in studio, ho capito subito che Olivia aveva già le idee chiare: niente fretta, niente confusione e tante coccole. E come darle torto?
Il servizio newborn con lei e la sua famiglia è stato uno di quei momenti in cui tutto si allinea: una luce meravigliosa, un papà paziente, una mamma dolcissima e una neonata che sembrava proprio godersi la sessione.
Fotografare i primi giorni di vita non è solo una questione estetica, è una promessa visiva: “Ti ameremo sempre così, anche quando sarai più grande e il tuo piedino non ci starà più nel palmo della mano”.
Una cosa che spiego sempre è che non ho uno schema rigido di pose. Non arrivo in studio con un elenco da spuntare. Quando fotografo un neonato, mi metto in ascolto: è lui – o lei – a guidare la sessione. Alcuni adorano stare sulla pancia, altri si rilassano solo in braccio, altri ancora preferiscono la posizione sulla schiena.

È un processo che richiede delicatezza, pazienza e una buona dose di esperienza. Ci sono bambini che vogliono il contatto stretto con mamma e papà, e io mi adatto con rispetto e naturalezza. A differenza dei servizi in gravidanza, dove le future mamme spesso hanno in mente delle pose viste sul mio sito, nel servizio newborn è il neonato a “scegliere” e io lo seguo.
Le sue esigenze vengono prima di tutto.
È anche per questo che il servizio fotografico newborn è più lungo degli altri: serve il tempo giusto, senza forzature, con mani esperte e movimenti attenti. Non si improvvisa: è un lavoro che ho affinato negli anni con studio, pratica e tante, tantissime coccole.
I genitori lo percepiscono subito: mi vedono all’opera e si rilassano, sapendo che il loro bimbo è in mani sicure. Ed è lì che nascono le immagini più belle, quelle vere.
Questo servizio con Olivia è stato un modo per dire: “Ecco, questo è l’inizio di tutto. E merita di essere ricordato per sempre.”
(E poi sì, ho già stampato alcune foto perché non riuscivo a lasciarle nel computer ????)

